Tempi di attesa degli ordini più lunghi, difficoltà nel reperimento delle materie prime stanno creando una nuova crisi anche nel mondo delle macchine agricole.
Nonostante la richiesta di mezzi agricoli sia in crescita in tutto il mondo, il settore non viaggia come previsto, poiché continua a essere inflazionato dal forte aumento delle dei beni necessari per la produzione.
Dall’entrata del Covid, la crisi è aumentata sensibilmente in tutti i Paesi industrializzati. Dallo scorso marzo, l’inflazione è cresciuta notevolmente in tutti i Paesi industrializzati.
Ad avere scalatola vetta dei prezzi in rialzosono sicuramente l’energia elettrica e i combustibili il cui prezzo influisce in modo significativo sui costi di produzione e grava, di conseguenza, sulle tasche dei consumatori.
Anche il prezzo dell’acciaio è raddoppiato passando da 550 euro a tonnellata a 1250 euro a tonnellata, impattando nel costo medio di produzione dell’attrezzatura agricola per circa il 40%.
Aumento anche dei metalli non ferrosi, come alluminiò, rame e platino. Altri materiali reperibili a un prezzo sempre più alto sono i derivati del petrolio – come la plastica ST (+70% in sei mesi), molto usata nel settore dei mezzi agricoli – i prodotti di fonderia (+90% negli ultimi nove mesi) e la gomma naturale (+67% negli ultimi nove mesi).
Difficoltà anche nel reperimento di componenti elettronici, che – richiesti in misura crescente per mezzi elettrici, elettrodomestici e telefoni cellulari – scarseggiano determinando un incremento dei costi lungo tutta la catena e, in alcuni casi, ritardi nella produzione.
Alla crisi delle materie prime scatenata dalla corsa post lockdown delle aziende per rifornire la catena di produzione e ripristinare le scorte, si aggiungono i problemi della logistica globale
La carenza di navi e container e dell’aumento vertiginoso dei prezzi per contanier – passati da2.500 a 7.500 dollari -, i costruttori europei di macchine agricole si scontrano con costi aggiuntivi e ritardi nell’importazione di parti e accessori dall’Asia.
L’aumento dei prezzi delle materie prime e delle spese di trasporto ha colpito i produttori europei di mezzi agricoli proprio in primavera estate, cioè quando i loro impianti raggiungono tradizionalmente un picco di produzione.
Fino a oggi le imprese nazionali sono riuscite a rispondere agli ordinativi.
Se la crisi dovesse continuare, l’inflazione diventerebbe strutturale e rappresenterebbe un forte freno alla ripresa nei prossimi mesi: l’aumento prolungato dei costi di produzione porterebbe a un sostanziale calo dei margini dei costruttori europei, nonostante al momento il loro portafoglio ordini arrivi a coprire un periodo pari a circa cinque mesi.