Facciamo due chiacchiere con Renzo Ringressi responsabile del commerciale Italia della Hermes
Buongiorno Renzo dunque ci parli un po’ del passato, ci racconti un po’ la storia della Hermes
Dunque, la storia della Hermes comincia nel 1975, quando Alfred Bonmassar ed Wilfrid Kröss, decisero di iniziare la produzione di macchine per lo sfalcio dell’erba per soddisfare l’esigenza degli agricoltori di tagliare l’erba con macchine robuste. Fu proprio Kröss a disegnare e costruire le macchine. Per inciso lui era uno che guardava avanti, è stato il primo a importare in Italia carri raccogli frutta a nastro dall’Olanda. Poi era un vero e proprio genio meccanico, pensi che i primi schizzi delle macchine li disegnò a china e a grandezza naturale, insomma una mente davvero brillante.
Da quegli anni in poi ne è passata di acqua sotto i ponti…
Assolutamente, col tempo e con la ricerca la Hermes diventata un punto di riferimento concreto e affidabile nel segmento delle falciatrici, fino a diventare l’azienda leader del settore. Da allora sono passati 40 anni durante i quali la Hermes ha continuato ad essere accanto agli agricoltori, adeguando e sviluppando macchine sempre più specializzate per la frutti-viticoltura.
Ma Hermes non è solo questo… o sbaglio?
Non sbaglia, oltre alle macchine per lo sfalcio dell’erba, come dicevo prima ci sono i famosi carri raccolta a nastri Pluk-O-Trak. Pioniere indiscusso per questo tipo di macchina, già nel 1975 il Sig. Bonmassar vendette il primo carro per la raccolta frutta a nastri, in un periodo storico in cui la meccanizzazione razionale della raccolta era ancora agli albori.
Come si muove oggi sul mercato la ditta?
Stare sul mercato vuol dire capire cosa vuole la gente e in base a quello creare macchinari idonei. Vede caso ha voluto che attualmente stiamo rivalutando delle macchine diciamo così “vecchie”: alcune attrezzatrici a lame orizzontali nate 40 anni fa alle quali apporteremo alcune modifiche capaci di farle diventare contemporanee. Il mercato ce le sta richiedendo e noi lo soddisferemo facendole torneranno competitive.
Interessante… come mai questo ritorno al passato?
Ma perché negli anni 80 e 90 non si falciava più sotto i filari, si andava di diserbo e finiva li… Oggi si capisce che il diserbante è il veleno per le nostre terre e quindi ritornano di moda le interfilari. Curioso vedere una vecchia macchina che sembrava dover smettere… e invece…
Il vostro cavalla di battaglia?
La nostra “flaily” una falciatrice particolare, perfetta per il sottofila Trinciaerba a doppie lame snodate oscillanti, ideale per il taglio dell’erba e per leggeri residui di potatura quali tralci di vigneto. Le peculiarità che fanno della Flaily una macchina ideale per il controllo del tappeto erboso, sono lo sminuzzamento fine dell’erba facilitato da un elevato numero di lamette, la distribuzione uniforme dello sfalciato e la grande velocità di tagli. La macchina entra nelle filari in condizioni pesantissime e pulisce in maniera idonea
Parliamo un po’ del vostro futuro…
L’idea è quella di dividere trinciatura dalla falciatura, stiamo lavorando soprattutto su questo. Poi bisogna ricreare una mentalità diversa dall’attuale, convincere l’acquirente che i prodotti da acquistare debbano essere di alta qualità e quindi ovviamente di un costo maggiore al prodotto diciamo così economico. Noi vogliamo far capire a tutti che l’acquisto di un prodotto di fascia medio alta è conveniente proprio perché garantisce una prosecuzione del lavoro più costante e soprattutto permette una durata maggiore. Bisogna convincersi che è finita l’epoca del materiale a basso prezzo soprattutto per i macchinari specifici. Se lo immagina se nel bel mezzo della stagione una macchina s’inceppa o si rompe… se ne vanno due tre giorni per aggiustare… e quindi si perde tempo… e denaro.
Sento sempre più spesso parlare di difficoltà di reperire la manovalanza voi ne risentite di questa questione?
Beh si… è diventato un problema serio, i saldatori sono diventati una merce ultra rara. Sono state fatte delle politiche sbagliate perché non c’è un investimento sul futuro, ma una stagnazione sul presente. Poi noi che siamo un settore sempre bistrattato perché secondo la mentalità passata chi lavora la terra è una persona con poca cultura, vive ancora lo stereotipo del contadino sporco e gretto… Dobbiamo invece affermare ad alta voce che l’agricoltura è cambiata del tutto, il concetto del lavoro agricolo è un altro, il nostro settore è avanti sia dal punto di vista tecnologico che proprio dal punto di vista della fatica fisica. Ora è tutto meccanizzato quella fatica degli anni passati è più che dimezzata. Molti giovani contadini oggi non conoscono più nemmeno la zappa… per dire com’è ci siamo evoluti.